I muscoli possono diventare tesi quando trattengono consapevolmente o no un impulso, questa tensione può crearsi senza che l’individuo si renda conto. Proprio come a livello psichico il super-io impedisce che certi pensieri raggiungano la consapevolezza, così a livello biologico i muscoli cronicamente contratti impediscono a certi impulsi di raggiungere la superficie, questi muscoli vengono rimossi dal controllo conscio. A. Lowen, il linguaggio corporeo.
La fuga, consapevole o meno, è quasi sempre la metafora e la risposta del comportamento umano al disagio; questo non genera risoluzioni, ma reazioni del corpo e della mente. Il narcisismo, psicologico o corporeo, è una di queste, una reazione alle ferite, spesso dell’infanzia; l’idealizzazione è il mezzo per la rimozione o la soppressione.
I muscoli possono diventare tesi quando consapevolmente o inconsapevolmente sopprimono o rimuovono una ferita, un trauma, un disagio emotivo. Quando compare un dolore abbiamo il compito di ascoltarlo e cercare di capirlo affidandoci, se necessario, alle figure competenti. Il ruolo dell’osteopata, del terapeuta o del terapista in genere può non essere unico o comunque protagonista , spesso, direi sempre, è necessario il coinvolgimento del movimento e dell’espressione corporea, molto frequentemente è necessario inserire il lavoro sulla mente, sulla psiche per il recupero anche dell’espressione emotiva, spesso primaria su tutto, sia come causa che come soluzione.