Viviamo in una società in grado, con difficoltà, di accogliere e curare chi ha bisogno di un supporto motorio e psicologico, che ogni giorno più velocemente procede verso una quarta età, che sempre più spesso viene aggredita dalle patologie degenerative e senili. Sappiamo però che il cervello può essere molto più efficiente ed è possibile migliorare l’utilizzo che ne facciamo attraverso attività motoria, ginnastica cognitiva, gestione dell’emozione e recupero della socialità, dando vita ad una miscela di ingredienti sempre diversa ma con l’obiettivo di mantenere e recuperare la funzionalità dell’individuo, cercando salute, autosufficienza e non ultima qualità di vita attraverso la prevenzione. L'educazione del corpo può aiutare la ristrutturazione di disagi comportamentali nonché fisici, imparando a sfruttare a pieno e potenziando le capacità cognitive, corporee ed emotive del bambino, fedeli alle più recenti teorie sulle intelligenze multiple (H. Gardner) e a tutte le teorie pedagogiche e psicologiche (come accudimento e attaccamento secondo J. Bowlby).
L’attività fisica non è una pillola che si assume ma che si assorbe attivamente, garantendo il più potente mezzo a difesa di un terreno biologico il più fertile possibile.
La ginnastica cognitiva è la coltivazione dei neuroni, delle loro sinapsi e la base per una neurogenesi grazie alla stimolazione di specifiche aree cerebrali, utilizzando i sensi come mezzo di accesso.
L’emotività permette di rinforzare i risultati motori e cognitivi.
La socialità è la leva che muove tutti i nostri istinti, il bisogno più forte che ha come spinta profonda la salvaguardia della specie. Se la socialità muore, l’uomo appassisce.
“Rieducare un cervello significa non solo insegnarli a ripetere un gesto ma a dialogare con tutte le sue fonti di emozione, occhio, orecchio, bocca, corpo, non a compartimenti stagni ma con la loro integrazione in un’esplosione di sensi. E’ come il fiorire di un amore che coinvolge ogni senso ed ogni ragione.” cit. Daniele Dessì
Le Neuroscienze insegnano che la mente, così come il corpo, è destinata a deteriorarsi, che la si usi troppo o troppo poco, in un certo senso sta a noi scegliere in che modo farla invecchiare.
Ereditarietà e genetica hanno perso strada verso il traguardo della salute rispetto all’importanza sempre maggiore attribuita al condizionamento ambientale, alla qualità della vita e alla buone relazioni; la scoperta inoltre che il cervello sia in grado, anche terminata la sua crescita, di produrre neuroni in alcune sue aree grazie all’apprendimento, restituisce all’individuo la responsabilità della propria salute, sopratutto in prospettiva della “seniority”.
Quando si parla di salute, ma soprattuto di prevenzione, l’attesa è da considerarsi sempre un potenziale fallimento.
Riassumere l’esperienza, la professionalità e la passione che in Fisiologico mettiamo nel nostro progetto “Cervello Infinito” e nell’approccio che cerchiamo di avere con questa delicata fase della vita non è mai semplice e facile, una fase dove spesso si respira un’aria di palpabile abbandono e disorientamento della persona.
A chi è rivolto il progetto?
A tutte quelle persone che vogliono migliorare o mantenere le capacità motorie e cognitive e a tutte quelle persone che si ritrovano ogni giorno a vivere con un compagno di vita scomodo: SM, Parkinson, Alzheimer e demenza senile e depressione sono solo alcuni esempi; a chiunque abbia a cuore la salute mentale e fisica per prepararsi al meglio al futuro.